ALPI APUANE   -    Escursione ad anello del MONTE ALTISSIMO - Domenica 2 Maggio 2004
Testo e foto di Paolo Mazzini

 

Riomagno (m. 50) , Cerreta San Nicola (m. 574), Monte Folgorito (m. 911), Monte Carchio (m. 1087), Passo degli Uncini (m. 1380), Monte Altissimo (m. 1589), Le Cervaiole, Azzano (m. 452), Riomagno.

Alle sette di mattina, ci ritroviamo in cinque all’appuntamento. Considerata la natura dell’escursione, che prevediamo molto lunga e assai impegnativa, il numero di partecipanti è già un successo.

La partenza  è dalla frazione di Riomagno, lungo la strada che costeggia la sponda destra orografica del fiume Serra, da dove si imbocca  sulla sinistra il sentiero n° 140 che segue il percorso di una bella  mulattiera che con numerosi tornanti risale il solco detto “La Canala” uscendo sulla cresta a quota 350 e proseguendo poi lungo il crinale, sempre in vista del mare, fino alla chiesetta di Cerreta San Nicola (m. 574). Si prosegue in direzione del Monte Folgorito, la cui cima ci lasciamo sulla destra, e proseguiamo verso le pendici del Monte Carchio (m. 1087), profondamente inciso da tagli di cava e ravaneti,  sempre tenendoci sul crinale spartiacque da cui si gode uno splendido panorama in direzione del mare e della sottostante piana della Versilia.

Aggirata la breve parete nord del M. Focoraccia, in discesa ci si inserisce sul sentiero n. 33, che si snoda in un continuo saliscendi ed è ora piuttosto esposto con alcuni tratti dov'è necessario prestare molta attenzione. Si raggiunge il Passo del Pitone e successivamente il Passo della Greppia, dove ci fermiamo per una breve sosta  per riprendere fiato e mangiare qualcosa, è passato mezzogiorno, comodamente seduti ad un bel tavolo con relative panche che qualche volenteroso ha portato fin là.

Ripartiamo incamminandoci lungo un ripido canale erboso contornato di rocce e raggiungiamo il Passo degli Uncini (m. 1380) da cui, percorrendo con le dovute cautele l’affilata cresta, raggiungiamo la cima del Monte Altissimo (m. 1589) che è la quota più alta della nostra escursione.

 

Sono quasi le 14 e sono trascorse circa sette ore dall’inizio della marcia. Sulla cima ci riposiamo per una mezz’oretta con la scusa di goderci il panorama che si allarga in direzione dell’intera catena delle Apuane e della costa tirrenica; in basso sono  visibili le vallate di Arni a nord e di Seravezza a sud.

Lasciata la vetta, ci dirigiamo lungo la cresta sud-est, sul sentiero n.143, che ogni tanto ci permette di affacciarci sugli impressionanti strapiombi meridionali e che, superando alcune postazioni della Linea Gotica, ci fa pervenire al caratteristico Passo del Vaso Tondo (m. 1380), così chiamato perché dalla Versilia si presenta come una caratteristica svasatura. Da qui scendiamo lungo un percorso a gradini che ci porta ad incontrare una vecchia via di lizza e attraverso una scalinata ci portiamo sul versante orientale dove in breve tempo raggiungiamo la cava delle "Cervaiole", che visitiamo a volo d’uccello perché il cammino che ci aspetta è ancora lungo. Per immetterci sul sentiero n. 31, che con una ripida picchiata ci porterà al paese di Azzano, occorre utilizzare, non senza qualche apprensione, un’aerea passerella in legno fissata alla levigata parete di marmo  bianchissimo attraverso la quale risaliamo alla sommità delle cave ormai dimesse. Da questo punto il sentiero, che all’inizio coincide con la ripidissima vecchia via di lizza,si snoda  lungo la bella mulattiera che attraverso un bosco di castagni e faggi, dove si può  ancora ammirare una vecchia fornace per la produzione della calce, ci accompagna al paese di Azzano. Percorriamo un breve tratto di carrozzabile fino all’antica  pieve romanica di San Martino alla Cappella, dal cui sagrato riparte la mulattiera che scende al paese di Fabiano  e poi  a Riomagno dove ritroviamo le nostre auto.

Sono trascorse circa 12 ore da quando le abbiamo lasciate. Certo la fatica è stata notevole e ce la sentiamo tutta addosso, ma la soddisfazione di aver portato a termine l’anello completo nel tempo preventivato ci ripaga ampiamente.

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