Pizzo D'Uccello - 26 Giugno 2005 - Vette in Contemporanea

Testo e foto di Paolo Mazzini


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Escursione al Pizzo d’Uccello (vette in contemporanea)

26 giugno 2005

 Numero partecipanti: 6

Partiamo alle ore 7 da Pietrasanta per la Val Serenaia, in Comune di Minucciano. Per comodità raggiungiamo la Garfagnana attraverso l’autostrada  fino ad Aulla, e poi per strada normale, attraverso Casola in Lunigiana-Pieve S. Lorenzo- Minucciano, raggiungiamo la val Serenaia e la risaliamo fino al Rifugio “Donegani”, che è stato completamente ristrutturato e prossimamente sarà riaperto al pubblico. Qui parcheggiamo le automobili e cominciamo la nostra escursione alle 9 circa. Seguiamo il sentiero che si inerpica a monte del rifugio ed in breve raggiungiamo la via di cava che percorriamo fino ad una deviazione sulla destra in corrispondenza di una sbarra di ferro che “sottopassiamo” (il peggio è per quelli lunghi) per inoltraci nuovamente nel bosco e raggiungere, con ripida salita fortunatamente quasi tutta all’ombra, la quota 1500 della foce di Giovo.

Facciamo una breve sosta per ammirare il panorama del Pisanino maestoso davanti a noi  e del Pizzo d’Uccello la cui mole rocciosa ci apprestiamo ad affrontare (e  per quattro di noi è la prima volta).

Imbocchiamo ora il sentiero che raggiunge la foce del Giovetto, da dove inizia a salita finale, che è la più impegnativa perché occorre spesso aiutarsi anche con le mani nella progressione e ci sono alcuni tratti esposti. Con le dovute cautele e le opportune soste per ammirare lo splendido paesaggio che ci circonda, guadagnamo, è proprio i caso di dirlo,  la vetta di questo colosso di roccia. Sono trascorse poco più di due ore dalla partenza; siamo tutti molto soddisfatti.

 

La giornata è splendida  e stare quassù è emozionante, per cui non abbiamo alcuna fretta di scendere;  e poi abbiamo anche un compito per così dire istituzionale da assolvere: attendere mezzogiorno ed unirci idealmente ai nostri amici uoeini di tutta Italia che, in questo giorno e a quest ’ora, hanno “salito in contemporanea” con noi una vetta della loro terra.

 

La discesa del tratto sommatale non è meno impegnativa della salita e forse occorre ancora più attenzione e concentrazione. Infatti impieghiamo più o meno lo stesso tempo che a salire e quando ritorniamo alla foce di Giovo è l’una passata. Sarebbe l’ora di mangiare, ma dopo un rapido consulto decidiamo di  tirare dritto (segnavia 179) fino al  il Rifugio Orto di Donna (cava 27). Qui giunti  pranziamo e ci riposiamo con  tutta calma. Poco prima delle quattro ci avviamo lungo il sentiero 180, che si snoda completamente nella faggeta, ed in meno di un’ora ci ritroviamo al punto di partenza.

Il lungo viaggio di ritorno in macchina si svolge senza intoppi e per l’ora di cena, come al solito siamo a casa.

Alla prossima!