Ero contentissimo di poter vedere in "esclusiva" il percorso del campo
mobile che si svolgerà dal 16 al 22 agosto del 2004.
Mi spiego meglio: ogni anno i capi vanno a vedere il percorso che noi
G.E. faremo durante il campo estivo, lo vanno a vedere per decidere se è
fattibile o se è pericoloso; ma quest'anno ai capi è venuta in mente una
cosa: hanno pensato di portare a questa "supervisione" quattro G.E.
(cioè: io, Veronica, Timothy e Eugenio) che guideranno tutto il gruppo
durante il campo mobile!
Iniziamo la descrizione di questi due giorni che, lo ammetto, sono stati
massacranti ma che mi hanno regalato dei momenti splendidi che mi
rimarranno impressi spero per più tempo possibile.
Ci siamo ritrovati alla nostra sede alle sei di mattina ma, fra una cosa
e l'altra, siamo partiti intorno alle sei e mezzo.
Dopo due ore abbondanti di curve e salite fatte con la macchina, si
arriva a destinazione, intorno alle 8 e mezzo si parte per tre sentieri
diversi. Mi spiego meglio: come vi ho già detto, noi, in due giorni,
bisognava percorrere il percorso che ad agosto si compierà in quattro
giorni; allora abbiamo deciso di dividerci in tre gruppi: il primo
(composto da: Nino, Cri, Lorè B. e Fabri) partiva da un posto diverso
dal nostro e, in poco meno di una mattinata, raggiungeva il posto dove
noi avevamo lasciato le macchine, le prendevano e andavano a pranzare al
nostro rifugio del Passo delle Radici. Il secondo gruppo (composto da:
Angiolino, Lorè m., Paolo e Roberto) partiva dal nostro stesso posto e
pranzava con noi ma arrivava al posto pranzo (le Porrate) facendo un
sentiero di cresta. Noi, il terzo gruppo (composto da: io, Eugenio,
Veronica, Massimo, Vale, Timothy, Ilaria e Giulia), bisognava percorrere
il sentiero ai piedi del monte, che il secondo gruppo ne faceva la
cresta, e ricongiungerci con Angiolino e gli altri alle Porrate.
Alle otto e mezzo si parte: il secondo gruppo inizia a percorrere lo 00
(il sentiero che percorre tutta l'Italia), ma noi, invece, si inizia a
camminare sul 639.
Tra fonti, bivi, boschi e abetaie, verso mezzogiorno e mezzo si arriva
alle Porrate, via, lo deve ammettere: abbiamo sbagliato strada un paio
di volte, facendo salite quasi verticali in più, ma nonostante tutto
siamo arrivati a destinazione quasi puntali.
Il sentiero che fino ad ora avevamo percorso era stato più che faticoso,
infatti la fatica la sentivo ma, siccome la montagna mi piace
moltissimo, non ci pensavo più di tanto e la fatica era ricompensata
grazie alle viste spettacolari, alla voglia di arrivare in fondo e, più
che altro, dal calore che ha il nostro gruppo.
Le Porrate erano invase da tafani, zanzare, mosche e qualunque altro
insetto volante, allora noi, che non volevamo di certo subire la pena
degli ignavi danteschi, decidemmo di arrivare all'inizio di un boschetto
dove gli insetti sarebbero diminuiti. Allora, intorno all'una e un
quarto, avendo percorso il sentiero 00, si arriva alla Forcella dove si
pranza e dove, finalmente, ci si riposa un po'.
Devo essere sincero: questo supplemento di poco meno di un'ora mi ha
quasi ammazzato: perché, poco prima, avevo fatto (o meglio avevamo:
eravamo io, Massimo e Timothy) una mattata: invece di compiere il
sentiero pressoché pianeggiante per arrivare alle Porrate, noi, da pazzi
quasi totali abbiamo deciso di tagliare su per il monte e arrivare in
vetta senza seguire il sentiero ma percorrendo una salita pesantissima
che però, lo devo dire, mi è divertito fare.
Poco prima delle tre si arriva al rifugio Bargetana, dove, forse, ci si
dormirà al Campo estivo; al Bargetana si riempiono le borracce e si va
incontro ad una cosa che penso sia stata poco benevola sia a me stesso
ma più che altro è stata sicuramente massacrante per i miei piedi: ora,
dal Bargetana al posto dove era previsto il pernottamento, bisognava
percorre quasi due ore di strada sterrata; chi va in montagna mi
capisce, ma ora mi spiego per le persone che non conoscono bene l'alta
quota: camminare per due ore lungo sentieri non è faticoso anzi, ti
diverti a guardare il panorama, a vedere le varietà di piante e, se hai
fortuna, a sorprendere qualche animale. Ma durante la strada sterrata
tutto questo non può avvenire: mentre si cammina in una di queste
strade, la flora è sempre uguale, i panorami non ci sono e gli animali
preferiscono stare lontani dai luoghi trafficati (anche se non
regolarmente) da macchine. L'unica cosa veramente bella di questo
percorso sulla strada, è che abbiamo trovato una discesina di neve e
noi, da veri amanti del divertimento ne abbiamo approfittato: ci siamo
messi dei sacchi neri come pantaloncini e ci siamo divertiti a scendere
dalla discesa scivolando sul sedere. Il brutto è che alla fine della
discesina di neve c'era la strada sterrata e qualcuno (Timothy e non
solo) ha finito per sbucciarsi un gomito perché aveva preso troppa
velocità e non è riuscito a fermarsi in tempo. Va bé, anche questa si
chiama avventura!!!
Finalmente alle cinque e venti si arriva all'Abetina dove ci si lava un
po' e dove ci si sistema per la notte. Verso le sei e mezzo arriva il
primo gruppo che ci racconta il loro percorso. La sera si mangia (non
potete capire come eravamo contenti di non mangiare panini ma di poter
gustare buonissime pietanze come il riso con i funghi o come l'arrosto)
e si chiacchiera un po' aspettando l'ora per andare a letto; strano ma
vero, quella sera, si è parlato di filosofia e, con l'aiuto di Nino, mi
sono divertito "ad andare ai confini della mia mente"..
La notte è stata abbastanza bella, io personalmente ho anche sognato,
forse perché non avevo i tre musicisti (Angelo, Roberto e Massimo che,
in ogni luogo, ad ogni ora e, più che altro, con qualunque compagnia,
russano fortissimo) comunque io ho dormito bene; la fatica del
giorno ha trovato un meritevole riposo.
La mattina si percorre il sentiero che il primo gruppo aveva percorso
per raggiungere noi all'Abetina, questo sentiero era veramente bello: si
vedevano tutte le Alpi Apuane dal dietro, è bellissimo per una persona
che è abituata a vederle dalla costa vederle tutto di un tratto
dall'Appennino che sta alle spalle. Subito dopo io, i due Lorenzi,
Eugenio, Fabrizio e Paolo si è percorso l'ultimo tratto di sentiero ad
un passo più che veloce che toccava la corsa nei momenti di discesa! E'
stato massacrante ma divertente.. Se dio vuole verso le undici ed un
quarto della mattina del 27 si arriva al Passo delle Radici dove si
mangia e si beve grazie alla festa di sezione che c'era quella domenica.
Si mangiano (senza farci pregare) le salsicce ed i wurstel alla brace e
si inaugurano le nuove panche e i nuovi tavoli del nostro rifugio.
Nel primo pomeriggio si va a visitare la colonia dove gli scoiattoli
passeranno la settimana del campo estivo; è una colonia bella, grande e
con ampi spazi per giocare. L'asso nella manica è sicuramente il
grandissimo bosco dove poter stare al freschetto chiacchierando!!!
Alle otto e mezzo ero già a casa mia. A valle, con il caldo, con il
telefono che squilla, con i rumori delle macchine. Mentre mi facevo una
doccia rimpiangevo veramente quel posto in montagna lontano dalle città
dove sei al fresco, dove c'è un silenzio che sembra quasi finto e dove,
al posto del suono stridulo del telefono c'è il bello e soave canto
degli uccellini!!!
Nicolò Giubilato
Falchetto Entusiasta
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