Settore: GIOVANI U.O.E.I.

CAMPO ESTIVO - 16/22 Agosto 2004
Foto di Cristiano Orlandi, Fabrizio Salini, Marco Pardini e Roberto Baldi
Testo di Niccolò Giubilato
Lunedì 16 Martedì 17 Mercoledì 18 Giovedì 19 Venerdì 20 Sabato 21 Domenica 22

Come per ogni campo estivo ci siamo trovati tutti al terminal degli autobus a Pietrasanta, ma quest'anno eravamo tutti un po' più stanchi perché il giorno prima era avvenuta la grande battaglia di gavettoni sulla spiaggia, in occasione del ferragosto. Noi giovani escursionisti (abbreviato: ge) abbiamo caricato i nostri zainoni nel pullman e siamo partiti, senza scoiattoli, per Cerreto Laghi: l'inizio del nostro campo mobile.
Dopo il rifornimento d'acqua e dopo la distribuzione degli oggetti di squadriglia si decide di partire!
Devo essere sincero: questo primo giorno è stato veramente impegnativo, prima di arrivare al posto dove si era deciso di mangiare bisognava affrontare due belle salitone che sono state bellissime anche se faticose.
Poco prima delle due si arriva al posto sosta per consumare il pranzo al sacco. Tra prosciutto, salame e formaggio si fanno le tre e si decide di partire per Pradarena: il nostro punto tappa dove si volevano piantare le tende.
Dopo un'oretta e qualcosa si arriva a questo passo dove Marco (il nostro ben amato guidatore della macchina logistica) ci aspettava con le tende e i viveri; dopo aver montato le nostre tende ad igloo, si va a cucinare con i fornellini da campo. La notte sta calando, questa era la prima notte di campo, la prima notte ha sempre un grande fascino secondo me, perché non sai quello che ti aspetta durante i sei giorni successivi; la sensazione è strana ma bellissima.
Una vota finito di mangiare uno per squadriglia si va a pulire le pentole alla fontana poco lontana da Pradarena. Quando cala veramente la notte ci si divide in due gruppi: uno più calmo e uno un po' più movimentato; il primo gruppetto si era sistemato nel boschetto e, accompagnato dalle note di chitarra cantava canzoni; il secondo (del quale facevo parte) sfidava il buio facendo un gioco spettacolare di giorno ma che di notte diventa magnifico: mastino notturno. Questo è uno di quei giochi nel quale bisogna conciliare l'intelligenza con la forza fisica: prima di iniziare il gioco bisogna scegliere un "mastino" che deve stare davanti al gruppo che, al via deve raggiungere la "casa" alle spalle del mastino che deve per prima cosa bloccare un individuo che corre in direzione della casa e, una volta bloccato deva alzarlo da terra, se questo avviene la persona catturata e alzata diventa a sua volta mastino. Naturalmente vince chi non viene catturato dai mastini.
Di notte questo gioco acquisisce un fascino particolare perché i mastini non hanno la torcia mentre le altre persone si: i mastini si possono nascondere meglio e saltare addosso ai fuggitivi di sorpresa.
Faticoso ma divertentissimo! Dopo uno sguardo alle stelle si decide di andare in tenda a dormire.

La mattina del 17 Angelo ci sveglia, puntualissimo, alle sette e mezzo. Dopo aver preso i viveri, le pentole e i fornelli ci si incammina verso le Porraie; purtroppo durante questi due giorni di percorso si doveva stare senza il nostro amico Filippo che, causa di un' unghiaccia incarnita al piede, non poteva compiere questo tragitto e ci avrebbe raggiunto due giorni dopo al Passo delle Radici dove poteva arrivare la macchina!
Dopo poco più di un'oretta dalla partenza si giunge ad un bivio dove ci siamo divisi in due gruppi: il primo proseguiva per il sentiero 637, il secondo (composto da: io, Nino, Bea, Jacopo, Laura, Fabrizio e Veronica)  svolta per lo 00 che va tutto in cresta e che regala panorami fantastici.
Lungo questo sentiero è tutto Sali-scendi e, durante le salite (affrontate abbastanza veloci) mi sono sfogato dall'"agitazione" di circa due mesi. Verso le 11 e mezzo si giunge sulla vetta più alta: il monte Sillano alto ben 1875 metri. Quindi si arriva alle Porraie  intorno all'una di pomeriggio, dopo un'altra mezz'oretta di cammino,si arriva al punto sosta dove mangiare gli affettati e i formaggi che ci eravamo portati da Pradarena.
Dopo pranzo si decide di realizzare la grappa al mirtillo, infatti vicino al luogo dove mangiavamo beatamente si trovava una distesa sconfinata di mirtilli che ci hanno fornito questa idea. Per la realizzazione di questa bevanda abbiamo lavorato come una vera e propria catena di montaggio: io e Jacopo si raccoglievano i mirtilli; Cri e Fabrì li trituravano tramite stecchi di legno; e tutti gli altri pulivano i mirtilli da erba e foglie prima della triturazione.
Anche a me, che la grappa non piace più di tanto, mi ha dato una immensa soddisfazione vedere la nostra opera finita! Questo si che è stato lavoro di squadra!!!!
Si parte per il Bargetana un po' in ritardo, ma si arriva al rifugio intorno alle cinque.
Il Rif. Bargetana è  veramente bello e sono veramente contento di averci dormito.
Una volta arrivati si sistemano sacchi a pelo and co. e, i ragazzi più puliti, si danno una lavata.
Alle otto e mezzo i proprietari ci danno la cena, il menù era: di primo c'era la pasta al cinghiale alla quale assegno un bel 9 e mezzo e di secondo c'era una grigliata mista che ha toccato la perfezione!!
Dopo pranzo si decide di rinunciare all'escursione notturna al lago per causa del freddo eccessivo allora si inizia a cantare nel rifugio insieme ai gestori che sono stati più che cordiali e ci hanno ospitato con tanta gioia. Alle undici si va tutti in branda sicuramente più comoda della gommina e  della tenda ma certamente meno avventurosa.

"Al chiaro del mattin, al chiaro del mattin, ci sveglia la canzon, ci sveglia la canzon.."
Questo è Angiolino che ci sveglia cantando intorno alle sette e mezzo dopo aver fatto colazione ci si dirige a Lamalite, prima di raggiungere il passo tramite il sentiero 633 si devia per il lago Bargetana che, con la nebbia, sembrava un paesaggio di un film.
Giunti a Lamalite bisognava arrivare fino a Bocca di Massa percorrendo sempre il 633. Infatti dopo salite abbastanza ripide arriviamo a Bocca di Massa dove c'era un freddo cane. Il bello di questo terzo giorno è stato sicuramente il paesaggio e il tempo che, pur non essendo dei migliori aumentava l'avventura che, appunto, non è mancata affatto. Qui a Bocca di  Massa si cambia sentiero, siamo ora sul nostro ben amato 00 che senza esitare ci porta in cresta e ci conduce prima al passo delle Forbici, poi al Passo del Giovarello dove si pranza con il nostro riso liofilizzato cotto  sui nostri forellini a gas. Il menù del giorno  era riso liofilizzato e salsiccia con piselli e pomodoro. Certo, questo pasto non era neanche un lontano parente della cena del giorno prima però non ci si poteva lamentare.. La prossima sosta era il Rifugio del Passo delle Radici dove avremmo dormito e dove saremmo restati anche il giorno dopo per iniziare un'"attività di restauro" della quale vi parlerò fra poco.
Fatto sta che verso le sei si arriva al Passo e si piantano le tende facendo anche dei "fossettini laterali" per far scorrere meglio l'acqua che le previsioni annunciavano a gran voce.
Dopo aver piantato le tende si va a far la legna perché volevamo imitare il Bargetana facendo una grigliata a base di salsicce e wurstel. Dopo aver mangiato questa delizia degli dei non vegetariani si va a fare il cerchio dove si gioca esclusivamente al gioco del "convinci" che consiste nella sfida di due persone messe faccia a faccia che devono convincere l'altra persona che la cosa che stanno dicendo è più veritiera dell'altra.
Bhè, cambiare veramente idea a causa di questo scontro di tesi e antitesi non l'ho mai visto fare a nessuno però per una cosa serve: 1: ci fa stare tutti insieme e ci fa ridere di gusto; 2penso che serva a far ragionare sulle cose i concorrenti che devono difendere con i denti la loro verità.
Dopo aver finito tutte queste discussioni si va a letto!
Fortunatamente le fosse non sono servite perché durante la notte ha soltanto tirato vento, per fortuna!

La mattina del 19 ci si sveglia e siamo tutti consapevoli che  la fatica sarebbe stata di un altro genere: durante tutti gli altri giorni dovevamo camminare faticando ma adesso bisognava rifar tutta la piazzola davanti al nostro rifugio e vi assicuro che non è una passeggiata come sembra!
Comunque la mattina di buon ora si inizia il lavoro: divisi in gruppi si portava per il restauro terra e tronchi secchi per pareggiare la piazzola davanti al rifugio; poi una volta portati i tronchi, un altro gruppo, provvedeva alle legature ecc. Alla fin fine, dopo pranzo era tutto pronto ed eravamo tutti soddisfatti anche se la fatica a tagliare e a trasportare i tronchi secchi si era fatta sentire ma il lavoro finito ci aveva ripagato molto bene. Verso le tre e mezzo i capi fischiano e ci danno 30 minuti per montare un rifugio d'emergenza che ci sarebbe servito per accumulare soldi per la spesa della gara di cucina che si sarebbe svolta la sera stessa; i rifugi d'emergenza vengono finiti e il primo posto viene assegnato alle Wabat, il secondo a noi Facoceri, il terzo alle Vipere e infine il quarto ai Tapiri.
Ora i cuochi dovevano andare a fare la spesa per la tanto attesa solita gara di cucina che viene fatta tutti gli anni. Ad essere sincero tutti i menù non li ricordo, però posso dirvi quello della mia squadriglia, quello dei facoceri: di antipasto avevamo fatto i crakers con prosciutto e Jocca; di primo avevamo cucinato la pasta con le cipolle e con il pomodoro; di secondo la nostra fantasia era volata sulla macedonia con la panna. Soltanto tre giorni dopo i capi ci hanno detto il vincitore o meglio le vincitrici della gara: ultimi eravamo arrivati noi facoceri (sig, sig); il secondo posto è toccato ai Tapiri e prime a pari merito le Vipere e Le Wabat, però, quest'ultime si sono meritate il premio per il "piatto migliore" che consisteva nella bresaola con il philadelphia dentro; questo piatto si è meritato anche un 9 e mezzo dai giudici di gara (cioè i nostri capi).. Una cosa bellissima è avvenuta dopo la gara di cucina: con la panna spray avanzata abbiamo fatto la guerra. Vi lascio immaginare come ci siamo sporcati...
La sera è calata ,quindi, come sempre, ci si raduna in cerchio per giocare ma subito dal principio la situazione degenera, il cerchio si trasforma in un urlata generale che fa incavolare di brutto i capi (Angelo, Valentina, Roberto) che erano andati a buttare la spazzatura e che accusavano Fabio, Fabrì, Lorenzo e Cristiano per averci concesso liberamente di fare confusione... La lite scoppia e noi che ci si riteneva "colpevoli" di questo casino (scusate ma soltanto questa parola rende a pieno il concetto) si va a letto presto con un cuoricino piccolo così.

Devo essere sincero che ho avuto un attimo di esitazione di dove posizionare queste righe perché la mattina (????) o meglio, perché nella notte del 20 agosto Angelo ci sveglia alle quattro di mattina, ma non ci svegli con la solita canzoncina, anzi: entra in camera e urla "sveglia"; bhe, noi non si voleva di certo contraddire un capo arrabbiato sempre a causa della sera prima quindi si rifanno velocemente gli zaini e ci si mette in cammino, in perfetto silenzio, alle quattro e mezzo.
Ecco voglio citarvi un fatto che per voi sarà poco significativo ma a me ha fatto capire che era successo veramente qualcosa: Fabio o Nino, ama mangiare le caramelle Fisherman e, prima di partire durante la notte, io mi sono avvicinato per offrirgliela una ma lui l'ha rifiutata, da lì ho capito che Nino era veramente arrabbiato.
Al chiaro di luna si cammina in silenzio con la paura di far arrabbiare ancora di più i capi. Ad un certo punto, in un attimo, il cielo diventa improvvisamente rosa, poi più rosso, poi ancora giallo. Fino a che un piccolo spicchio di fuoco arancione scuro fa capolino dai monti; dopo una manciata di minuti questa palla si fa ammirare interamente nel suo fascino; sembrava la fine del mondo: in un attimo questa nostra amata stella si era fatta lodare, sembra che eventi così accadano solo una volta ed è sconvolgente pensare che ogni mattina il sole fa la sua entrata trionfale mentre noi siamo a letto. Bhè, penso di aver provato delle emozioni che non si possono descrivere: in quel momento sarei stato pronto a tutto, mentre guardavo il sole ho avuto come una spinta da dentro, in quel momento sarei stato pronto a tutto. Avevo il sole al mio fianco!
Scusate questo intervallo semi-poetico ma non so come farvi capire una sensazione del genere.
Comunque una volta che il sole va in cielo i capi ci confessano che tutta la litigata del giorno prima era una sceneggiata per farci andar a letto prima e per farci camminare in silenzio, i capi non avevano litigato per davvero, avevano soltanto recitato divinamente: Nino aveva perfino rinunciato ad una Fisherman! Col cuore sicuramente più leggero ci si avvicina alla colonia quatti quatti perché l'ambientazione di questo campo era legata al periodo dei  Galli e dei Romani, noi eravamo i Galli e bisognava attaccare i Romani, questa mattina. Intorno alle otto si arriva alla colonia: ci nascondiamo nel vicino boschetto, ci vestiamo da Galli e ci buttiamo alla carica scendendo giù dalla collinetta della colonia; i Romani ci aspettavano "armati", ci hanno mostrato la loro danza di guerra e poi, come se nulla fosse, ci siamo avviati a fare colazione. Una volta distribuite le tende si vanno a montare, per l'ennesima volta, nella piana dietro la colonia; una volta fatto questo era arrivato il momento più atteso dai puliti e meno atteso dagli sporchi: la doccia, vi ricordo che noi giovani escursionisti non ci siamo lavati per cinque giorni e quattro notti. Lascio alla vostra fantasia immaginare il "buon odore" dei nostri indumenti e del nostro corpo; la doccia però era inevitabile quindi mi sono dovuto abbandonare "al triste destino" igienico!!!!!!! Dai scherzo, la doccia è stata  piuttosto rinfrescante è piacevole dopo cinque giorni di polverone e sudore.
Dopo pranzo ci si va a sdraiare nel boschetto accanto alle tende: finalmente era arrivato il dovuto riposo dopo tante fatiche; il tempo però sta cambiando e tutti noi ge siamo un bel po' amareggiati perché se fosse iniziato a piovre avremmo dovuto rinunciare alla piscina di Gazzano.
Anche se è nuvoloso sai che c'è??? Noi si va ugualmente in piscina. Quindi, intorno alle quattro del pomeriggio, ci si incammina a piedi verso la piscina, mentre però si camminava il caldo si faceva sentire e quindi si aspettava ansiosamente il refrigerante bagno in piscina. Dopo tuffi a bomba, gare di nuoto ecc. tanti di noi (tra cui io) si decide di abbandonare la piscina causa troppo freddo e si preferisce andare a poltrire sulle sdraie di plastica dove puoi  provare la sensazione di forte beatitudine del dormiveglia dove le membra riposano ma la mente pensa e vola nell'immaginazione, in questo contesto devo per forza citare una frase che lessi in un libro: "il dormiveglia è il giardino dei sogni" quel giorno sulla sdraia, forse per la fatica del campo mobile o forse per il sonno arretrato della mattina, sono stato una bella mezz 'ora a "dormivegliare" ai bordi di quella piscina.
Ma anche questa beatitudine che sembrava infinita deve terminare, quindi zaini in spalla: bisognava ritornare alla colonia dove si cena e si organizza il cerchio per la sera, questo era il primo cerchio con gli scoiattoli e toccava alla squadriglia delle wabat insieme a noi facoceri organizzare i giochi che penso siano riusciti al meglio.
Una volta finito il cerchio noi ge ci appartiamo per l'attesissima consegna dei nomi totem alle due mozzarelle Jacopo e Laura P.; mi spiego meglio: noi, nel gruppo dei giovani escursionisti, abbiamo dei "soprannomi" che, nelle occasioni speciali diventano i nostri veri nomi,  questi nomi rappresentano (con il nome di un'animale e, generalmente, con un aggettivo) il carattere o l'aspetto di un individuo, il bello sta che la mozzarella (la persona senza il nome totem) per conquistarlo deve affrontare una serie di prove quasi umilianti (ex: annusare i calzini puzzolenti, fare il giro del cerchio nei più diversi modi ecc..), ma la prova finale consiste nel tenere in bocca per tre giri del cerchio la cicuta (ricetta schifosa molto piccante e nauseabonda) cucinata dai capi.
Alla fine di tutte queste prove Jacopo ha conquistato i nome di Torello Ruspante e la Laura P. di Volpe fugace. Ora , dopo circa 20 ore che siamo in piedi si va finalmente a riposare nei nostri sacchi a pelo.

La mattina del 21 è l'unica volta che ci si sveglia dopo le otto, infatti Angiolino passa con la sveglia intorno alle 9. Dopo aver fatto colazione decidiamo di fare il percorso Herbet che io e Timmothy avevamo organizzato per il campo del comune che però, causa mancanza tempo, non si è potuto realizzare. Quindi noi ne abbiamo approfittato. Anche oggi, divisi in squadriglie bisognava costruire un percorso dove effettuare delle prove: il salto con la liana di tarzan, il tiro della pallina da tennis, la corsa con le bighe degli scoiattoli. Tutti contenti e anche fieri del nostro lavoro ci rechiamo a pranzo dove ci attende una brutta notizia: la pioggia; bhè, Angiolino (colui che è riuscito a far piovere alle piramidi di Egitto) non era riuscito a far cascare una goccia durante questa settimana ma, i suoi poteri si sono sfogati tutti nel sesto giorno. Velocemente ci si rifugia nel grande refettorio dove si inizia a scrivere le solite lettere nei quaderni di caccia. Dopo circa un!
'oretta la pioggia cessa di cadere e allora, da bravi avventurosi si decide di fare il famoso percorso costruito la mattina.
Personalmente mi sono divertito a compiere le numerose prove del percorso anche se, purtroppo, la mia squadriglia dei Facoceri si è aggiudicata l'ultimo posto, terze sono arrivate le Wabat, seconde le Vipere e primi i Tapiri. Non è mica da tutti arrivare ultimi a due prove su due, eh? Dai scherzo..
Visto che il tempo si era fatto bello si decide di rimontare le tende, in un modo diverso però: anche qui si sarebbero montate a gara: per aggiudicarsi il primo posto una squadriglia doveva montare la tenda nel minor tempo possibile commettendo poche penalità. Noi facoceri ci siamo aggiudicati non il terzo, neanche il secondo ma IL PRIMO POSTO con un tempo di 8 minuti e 10 e con soltanto 3 penalità causate dall'eccessiva fretta; il secondo posto è stato conquistato dalle Wabat che però non ricordo il tempo ma mi sembra che avessero fatto soltanto 2 penalità; il gradino più basso del podio è stato occupato dalle Vipere e quarti sono arrivati i Tapiri che mi sembra abbiano sfiorato i 10 minuti di tempo. La fine del campo si avvicinava e questa era veramente "l'ultima cena" del campo estivo 2004; dopo cena l'organizzazione del cerchio toccava alle Vipere e ai Tapiri che ci hanno fatto passare una piacevole serata; ma l'ultima sera si conclude soltanto con il cerchio ???? No di !
certo: per il dopo-cerchio era previsto il gioco notturno che consisteva nel dover trovare dei palloncini d'acqua dentro la carta stagnola nel più completo buio, il bello era che ogni squadriglia aveva i componenti legati per le caviglie. Questi palloncini servivano per fare la nostra pozione magica: LA GRAPPA AL MIRTILLO che era considerata la bevanda magica gallica.
Questa sera però, doveva succedere qualcosa di veramente importante, un evento degno di occupare il privilegio dell'ultima sera: i capi degli scoiattoli Massimo, Ruzzolo e Daniela dovevano conquistarsi il nome totem; forse non potete capire perché questo evento è ritenuto importante:ç bhe, quando le "penitenze" vengono fatte ai ge sembra una cosa normale perché chiunque deve prendere il totem e quindi sembra quasi un evento inevitabile. Mentre il nome totem di un capo è più aspettato e poi, durante questa cerimonia alla mozzarella (colui senza il nome totem) può esser fatto di tutto (nei limiti della decenza e del dolore, ovviamente) e il bello sta che il candidato non può ribellarsi né durante il cerchio né mai.
Devo citare la "penitenza" della Daniela soprannominata Spo, lei doveva fare il giro del cerchio come se fosse una gallina o meglio una chioccia imitando il verso della gallina così: "SPOcoccodè".
In definitiva i nomi totem assegnati sono: la Spo si è meritata il nome di Chioccia Brontolona; Massimo ha conquistato il nome di Alce Laboriosa e Ruzzolo da ora in poi, durante queste occasioni, sarà Cavallo Tonante.
A mezzanotte e mezzo tutti nel sacco a pelo per l'ultima volta (sig, sig, sig).

Vi aspettate che vi dica che Angiolino passa con la svegli, eh????
Bhe, vi sbagliate perché l'ultima mattina è tradizione che la sveglia ce la diano i ragazzi del CDQ (capi, vice capi, vice vice sestiglia) con le pentole; la sveglia non è delle migliori ma una volta svegliati in questo modo ci aspetta una gradita "sorpresa": pane e nutella.
Questa è l'ultima mattina ed è l'ultima volta che bisogna smontare le tende quindi con molta precisione si smontano e si portano da Angelo; dopo aver rifatto lo zaino o meglio gli zaini si va a fare la solita "verifica del campo" che consiste nell'annotare tutti i pensieri di tutti i ge e capi riguardanti questo campo estivo. Di giudizi negativi non ce ne sono stati ( e vorei anco vedè  salviamo il nostro dialetto!!!)  e alcuni capi hanno paragonato questo campo ad uno dei migliori; io non ho voce in questo campo perché, per me, è soltanto il secondo campo (scusate il gioco di parole) che faccio però sono sicuro nel dire che sia il divertimento sia l'esperienza, sia la socializzazione tra il gruppo sono nettamente aumentati da quello dell'altr'anno.
Alle 11 si iniziano a vedere i primi genitori che ci portano il secondo ed il dolce. Dopo l'ultima battaglia Galli vs Romani e dopo che le nostre fatiche nel fare la grappa al mirtillo svaniscono causa esplosione bottiglia che, per le troppe mani che la stringevano, ha fatto un bel colpo stiè (e solo chi era al campo può capirmi), tutti si torna a casa, tristi? Penso di no perché si sa che fra un annetto saremo di nuovo insieme a giocare e a ridere di gusto.
Non voglio concludere con il solito "mi sono divertito un mucchio ecc" perché penso che  il divertimento sia un po' fine a se stesso: cioè una volta che ti sei divertito vuoi soltanto ridivertirti; invece con questo campo io non voglio soltanto ridivertirmi  ma questa settimana mi ha lasciato addosso una felicità che anche ora, a distanza di giorni, sento ancora ed è la spinta giusta per iniziare un nuovo anno scolastico.

Concludo ringraziando:
La staff che non so come abbia fatto ad organizzare tutto così perfettamente;
Gli NE 2003 che, pur essendo in pochi, si sono fatti valere (pochi ma buoni).
Gli scoiattoli che sono stati veramente bravi.
Noi ge che siamo riusciti a stare veramente bene in gruppo rafforzando le fondamenta gia esistenti.
Tutti i cuochi che ci hanno scolato tonnellate di pasta.
Marco, il guidatore della macchina logistica che ci è servita molto.
Nicolò Giubilato
Falchetto Entusiasta

 

uoeipiet@email.it